Martha C. Nussbaum on Music, Mourning, and "The Fragility of Goodness" (in Italian)

Fragilità della bontà umana

Filosofa e accademica statunitense Martha Nussbaum è qui, virtualmente, per una conferenza Vaticana, dove interverrà sul tema «Music and Understanding our Embodiment» (“La musica e la comprensione della nostra incarnazione”). Le chiediamo di spiegarci brevemente il suo pensiero su come la musica interagisca con il ragionamento umano e la coscienza comunitaria, specialmente in questo tempo in cui molti vivono la solitudine dell’isolamento e del distanziamento sociale, mitigato dalle comunicazioni online.

«Come ha affermato il filosofo Arthur Schopenhauer — risponde Nussbaum — la musica occupa un posto unico tra le arti per via del suo stretto collegamento con i movimenti del corpo. Le sue caratteristiche dinamiche, ritmiche e percussive la rendono, secondo lui, una rappresentazione appropriata delle aspirazioni corporee. Concordo. Per questo può unirci nel comune riconoscimento della nostra vulnerabilità fisica e può servire a ricordare tale vulnerabilità ai responsabili politici, che spesso sono lontani dalla gente vera, che poi paga il prezzo fisico delle loro scelte. Per sostenere la mia idea, mi concentrerò sulla guerra e sul Requiem di Guerra di Benjamin Britten (1962), composto per unire il popolo dell’Europa contro guerre future, nella scia della seconda guerra mondiale. In questo tempo di separazione forzata, è molto difficile fare musica insieme ad altri. Il coro di cui faccio parte nella mia sinagoga non si riunisce da un anno, e anche i tentativi di collegarci via Zoom sono troppo complicati per essere emotivamente appaganti. A ogni modo, le principali associazioni musicali hanno messo a disposizione gratuitamente in rete tanta bella musica, e io faccio regolarmente parte del pubblico di tali eventi oltre ad ascoltare sempre musica della mia raccolta personale. Non è la stessa cosa che assistere di persona a una sinfonia o a un’opera, ma ci ricorda che queste arti sono ancora vitali».

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